Benvenuti: Domus Francy, San Teodoro e le sue spiagge - domus francy

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LA STORIA DI SAN TEODORO
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San Teodoro
Le origini del nome e la storia

origine del nome deriva dalla presenza dell’attuale chiesa parrocchiale, dedicata a San Teodoro di Amasea, soldato romano d’oriente, martire del IV secolo d.C. Anche se le prime tracce chiaramente documentate della chiesa risalgono solo al XVII secolo, il territorio risultava abitato già da secoli. Ritrovamenti di resti preistorici e nuragici lo comprovano. Il caso più evidente è quello del nuraghe (in gallurese naracu) della borgata Naracheddu, di cui ci restano solo alcuni filari di pietre.


Itinerarium Antoninianum, documento del III secolo d.C., attesta l’esistenza di un centro abitato all’epoca della dominazione romana.
La località, denominata Coclearia, potrebbe con buona probabilità essere localizzata in corrispondenza dell’attuale centro abitato principale di San Teodoro.
Ritrovamenti archeologici, esposti presso il museo locale, rafforzano tale ipotesi.


  • Dalla fine dell’età classica e per l’intero periodo alto-medievale, le vicende del territorio teodorino risultano pressochè totalmente avvolte nell’oscurità, sebbene il nome della parrocchiale, chiaramente riferito ai culti della chiesa cristiana d’oriente, potrebbe autorizzare l’ipotesi della presenza di strutture di culto cristiano all’epoca del dominio bizantino in Sardegna. Alcune documentazioni certe sulla vita nel territorio dell’attuale San Teodoro risalgono al tardo periodo giudicale, a partire dal XIII secolo d.C. Il territorio teodorino era allora noto come Offolle e faceva parte del Giudicato di Gallura, che nella fase finale della sua storia passò in possesso del comune di Pisa.

  • Offolle era collegata con il principale centro urbano gallurese di Civita (in epoca pisana ribattezzata come Terranova, l’attuale Olbia) attraverso una strada, che dai pressi del castello di Pedres scendeva verso sud passando attraverso un territorio il cui nome, “Ùttaru pisanu” potrebbe risalire all’epoca della dominazione pisana. La strada, giunta alle falde di monte Almuttu, portava poi all’agro di Offolle, nelle vicinanze dello stagno, per dirigersi verso gli altri centri costieri a sud dell’attuale San Teodoro.

  • Le ultime notizie certe su Offolle risalgono al 1348. In seguito, probabilmente a causa delle gravissime pestilenze che colpirono l’Europa, quindi anche la Sardegna e la Gallura, di tale comunità si perde ogni traccia.

  • Viaggiatori e geografi del XV-XVI secolo, tra cui si ricordi Giovanni Francesco Fara, descrivono il territorio teodorino e le zone costiere della Gallura come lande boscose e semi-spopolate frequentate da pastori transumanti. Varie cale e calette della zona erano frequentate da navi barbaresche, situazione quest’ultima che si sarebbe protratta fino ai primi del XIX secolo.


  • Tracce di un ritorno alla vita si avranno solo alla fine del Seicento, come risulta da alcune carte conservate all’archivio della Diocesi di Tempio-Ampurias e dai documenti degli archivi di stato della Sardegna, in cui si testimonia l’esistenza all’epoca di insediamenti di coloni tempiesi nell’area allora nota sotto i nomi di Ovodde/Ovoddè/Oviddè, evidenti derivazioni del medievale Offolle.

  • Il territorio fece parte, fin dall’introduzione del feudalesimo in Sardegna, effettuata in seguito alla conquista aragonese dell’isola nel XIV secolo, di un feudo che comprendeva grosso modo gli attuali comuni di Posada, Siniscola, Torpè, Lodè, Budoni e San Teodoro. Tale feudo fu noto nel corso dei secoli con vari nomi (per es. Contea di Montalbo, Baronia di Posada). il suo centro amministrativo principale era Posada.

  • Con il riscatto e la successiva eliminazione dei feudi sardi attuati dalla Casa Savoia nella prima metà dell’Ottocento, cui fece seguito la formazione dei moderni comuni, il territorio di San Teodoro d’Oviddè continuò a rimanere accorpato al comune di Posada, che mantenne per lungo tempo svariati territori dell’ex feudo. Già in quegli anni, però, la zona di San Teodoro, così come parte dell’attuale Budoni, era, come su accennato, popolata da coloni di origine tempiese. Questi, avvertendo la necessità di una maggiore autonomia, nonchè consapevoli di una serie di differenze culturali (per esempio, linguistiche) che li distinguevano dalla popolazione delle Baronie, richiedevano in modo sempre più deciso il distacco dal comune di Posada. I legami tra la Gallura e la vicina Corsica, caratterizzati, per esempio, da una grande somiglianza di linguaggio, erano avvertiti anche dagli abitanti della vicina Baronia, che fino a pochi decenni fa chiamavano i teodorini e i budonesi di cultura gallurese con il termine sos corsesos (i corsi).

  • Nel 1927, in epoca fascista, il comune di Posada e con esso San Teodoro, venivano inclusi nell’ambito della nuova provincia di Nuoro, rendendo così ancora più forte il distacco amministrativo di San Teodoro dal resto della Gallura, che invece faceva parte della provincia di Sassari.

  • Indicativa della diversità culturale che separava Posada e i limitrofi centri delle Baronie dai territori settentrionali del feudo (comprendenti, come già detto, gli attuali comuni di San Teodoro e parte del territorio di Budoni) e, in seguito, del comune, è, tra l’altro, l’appartenenza di tali territori alla diocesi attualmente nota come Tempio-Ampurias, che comprende i territori storici dell’Anglona e della Gallura. Tale appartenenza è comprovata perlomeno dal XVII secolo, ed è prova certa dei legami culturali della comunità teodorina con la realtà gallurese.

  • La discrepanza, durata a lungo, tra confini amministrativi e confini culturali, ha contribuito a far sì che ancora adesso il comune di San Teodoro venga da alcuni ritenuto parte dell’Alta Baronia e da altri parte della Bassa Gallura. Le due distinzioni, in realtà non si escludono necessariamente a vicenda, in quanto la prima è da ritenersi, nel caso teodorino, una definizione di carattere politico-amministrativo, dovuta, come si è visto alla spartizione feudale dei territori sardi, mentre la seconda ha un valore principalmente culturale e linguistico.

Nel 1959, infine, San Teodoro e Budoni sono riusciti a costituirsi come comuni autonomi, e dal 2005 San Teodoro è entrato a far parte della nuova Provincia di Olbia-Tempio.

IL CENTRO
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il mercatino serale
il centro e le bancarelle estive
piazza Mediterraneo
chiesa di San Teodoro Martire
IL CENTRO
Il centro cittadino

Durante le serate estive il paese si veste da sera e si illumina per offrirsi ai visitatori e per regalare loro momenti intensi di spensierata leggerezza, sia per chi ama la tranquillità e le luci soffuse di un piano bar, lo shopping o una semplice passeggiata all’aria aperta, e sia per chi intende vivere la notte a tutta velocità nei numerosi locali notturni. Nel centro cittadino troverai qualunque tipo di servizio di cui potrai avere bisogno aperto fino a tarda notte: dalla ristorazione alla birreria passando per l’ufficio di informazioni turistiche o il parrucchiere!

La serata a San Teodoro va vissuta così… assaporando con calma luoghi e profumi del suo centro vitale: i negozi, la musica dal vivo, gli spettacoli, la cordialità della gente e il colore dell’ormai famoso e rinomato mercatino estivo serale dell’artigianato che riempiono le serate ed arricchiscono il già considerevole patrimonio delle bellezze ambientali che fanno grande la tua villeggiatura a San Teodoro.

La passeggiata serale in centro o nelle località turistiche di Coda Cavallo e Puntaldìa offre certamente il piacere di un incontro dopo una giornata trascorsa al mare, ma anche pub e ristoranti per la cena e per il dopocena, gelaterie e vinerie per tutti i gusti e più tardi la discoteca e i locali notturni di tendenza molto frequentati e conosciuti in tutta la costa. Per le vie del centro è presente da ormai circa vent’anni ogni estate il mercatino estivo serale dell’artigianato, fra curiosità e manufatti di ogni materiale e colore. Lo shopping prosegue poi lungo le vetrine luminose delle moltissime attività commerciali presenti ed aperte fino a notte tarda.

Qui troverai sicuramente anche un souvenir della tua vacanza a San Teodoro. In centro e nelle piazzette dei centri turistici si susseguono durante l’estate numerosi eventi: richiedete il programma all’ufficio turistico.







LE SPIAGGE
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Cala Brandinchi
la Cinta
Lu Impostu
Isuledda
Cala Suaraccia
Le Spiagge
Tutte le spiagge di San Teodoro

Indiscusso patrimonio ambientale dell’intera Sardegna e d’Italia, le spiagge di San Teodoro si susseguono per gli interi 37 chilometri del litorale, rincorrendosi fra scogliere granitiche di rara bellezza e morbidi arenili di fine sabbia bianchissima, spesso concomitanti con zone umide dal grande interesse naturalistico. Delle spiagge principali di San Teodoro, 3 di queste sono raggiungibili comodamente dal centro cittadino: la spiaggia La Cinta, la spiaggia di Cala D’Ambra e la spiaggia di Isuledda.

Alla spiaggia Isuledda si arriva percorrendo la strada statale 125 direzione San Teodoro-Olbia verso sud, per poi svoltare a sinistra presso il bivio all’altezza della strada provinciale n°1, a qualche km. dal B&B. Un profilo incantevole di dune e ginepri secolari incorniciano un piccolo gioiellino a sud dell’abitato di San Teodoro, a contatto con un ampio laghetto salato in secca durante la stagione estiva.

La spiaggia di Cala d’Ambra si raggiunge dal centro del paese, imboccando via Cala d’Ambra, un viale lungo circa 500 m attrezzato di panchine ed aiuole per la sosta. In prossimità dell’arenile sorgono strutture alberghiere, punti di ristoro e divertimento. La parte a sinistra dello spiazzo presso la riva era chiamato Lu Calboni, poichè vi era il deposito del carbone proveniente dal Monte Nieddu.

La ‘’Cinta’’ spiaggia principale di  San Teodoro è formata da chilometri di dune di fine sabbia bianchissima dove trovano dimora il ginepro, il giglio marino, l’elicriso affacciàti su acque limpide, con alle spalle la grande laguna di San Teodoro. La spiaggia La Cinta offre i più moderni servizi a partire dai grandi parcheggi ai punti di ristoro/bar, noleggio natanti, pattìno, sdraio ed ombrelloni, scuola di surf ed altro ancora. Dal 2006 è attivo sull’arenile della spiaggia La Cinta un presidio medico del 118.
TANTI BUONI MOTIVI PER SCEGLIERE
San Teodoro
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 Porto Turistico di Puntaldia

 Mercatini rionali durante l’estate

 Locali e discoteche

 Spiagge attrezzate
       e adatte ai bambini
 Servizi di trasporto pubblico

 Porto e Aeroporto a 27 km

 Cala Brandinchi, Lu Impostu
        e La Cinta
 Facile da raggiungere

 37 chilometri di spiagge

Laguna di grande interesse
 Spiagge tra le più belle
        del  Mediterraneo

 Area Marina Protetta

 Un museo Archeologico
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Francesca, Alfredo e Marco


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